Descrizione
Elzeviri e racconti
La storia, per l'autrice, come per Nicola Lisi, è piuttosto una cornice, lo sfondo remoto in cui si iscrive la vicenda, ora triste ora lieta, ora patetica ora malinconica, evocata dai fantasmi della memoria. Una memoria che opera senza tregua, cosicché i ricordi riemergono l'uno generato dall'altro, come anelli di una stessa catena, accompagnati, spesso, da una struggente eppur contenuta nostalgia.
Qui non c'è, come in Lisi, il sapore di fondo di una metafisicità di fiaba, ma un particolare, personalissimo realismo poetico, con una giusta dosatura del linguaggio e dello stile.
E riaffiorano il senso della mutevolezza e della diversità, il desiderio di credere di ritrovare tempi, cose, esseri che lo scorrere dell'esistenza ha cambiato o cancellato. Riaffiorano il dualismo vita-morte, la paura di vivere, il timore della mancanza della fede, il perdersi, il morire.
Quale "luogo" più verde, più amabile e incantato, che compare molto spesso anche nelle raccolte poetiche, si confà alla Pauluzzo? Quello incontaminato dei sogni, di cui la scrittrice friulana è incontrastata signora.
Nadia Pauluzzo D’Aronco
Nacque a Udine l’8 gennaio 1931. Conseguita la maturità classica nel 1949, si laureò in lettere moderne nel 1954 a Trieste, e si perfezionò in filologia moderna nel 1968 a Padova. Docente di lettere nelle scuole medie a Udine dal 1954 al 1965, fu successivamente preside a Mortegliano, Reana-Nimis e Udine dal 1965 al 1994. A Udine si spense il 9 luglio 1995.
Sue cinque raccolte di versi e tre romanzi in friulano, una lunga serie di elzeviri in italiano, vari studi e contributi di carattere filologico. Di tale ricca produzione è testimone la bibliografia, pubblicata nel 1997.
Sue cinque raccolte di versi e tre romanzi in friulano, una lunga serie di elzeviri in italiano, vari studi e contributi di carattere filologico. Di tale ricca produzione è testimone la bibliografia, pubblicata nel 1997.
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