Descrizione
I diari del Sindaco e del Curato
«Anche se i nostri non dovessero riuscire nell’impresa di ricacciare il nemico oltre il Piave, la loro resistenza indomita ad ulteriore avanzata costituirebbe di per sé una grande vittoria. Lo sentiamo tutti ed il fatto indubitato che i nemici seguano ormai il passo ci fa guardare con occhio fiero: pur nell’ansia del momento, i padroni di oggi: quali non nascondono, nei colloqui privati ed anche pubblicamente, il valore dei soldati italiani. Il Piave non è Caporetto! Si capisce che durante i sette mesi di nostra cattività, qualche cosa, e in bene, è mutato in storia».
Luciano Fantoni
Luciano Fantoni scrisse il suo diario di guerra dopo l’attacco sferratogli, all’inizio del 1919, dai quotidiani nazionali che lo accusarono di essere un rinnegato, un austriacante nemico dell’Italia. La campagna denigratoria, ispirata dai suoi antichi avversari politici, fece parte di una più vasta azione sviluppata dal «Giornale di Udine» per proclamare la superiorità morale dei profughi rispetto a coloro che erano rimasti e per minacciare, alla fine della guerra, rappresaglie e condanne per chi avesse servito il nemico.
Da buon avvocato Fantoni preparò per tempo la sua difesa. Cominciò ad annotare quanto ogni giorno faceva per difendere gli interessi e la dignità dei suoi concittadini, che lo avevano eletto sindaco proprio per tale motivo.
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