La pubblicazione di recenti ricerche ha consentito di riscoprire e di rivalutare il contributo scientifico che il Neurologo friulano Gaetano Perusini ha fornito al progresso della scienza. Aveva raggiunto una fama internazionale tra gli anni 1910 e 1915 quando, trascinato da un ardente amore patriottico, si arruolò volontario nell’esercito italiano appena entrato in guerra contro l’Impero Austriaco e morì eroicamente in prima linea, già nel dicembre dello stesso anno. Fu commemorato in Italia e all’estero come valente Neuropatologo; il suo nome per anni fu legato a quello di Alzheimer per definire la cosiddetta “demenza presenile”, ma dopo il 1978 il suo nome cadde in oblio a seguito della riclassificazione delle demenze da parte dell’americano Robert Katzman, che facendo cadere la distinzione fra demenza presenile e demenza senile la definì “Alzheimer’s disease”, malattia di Alzheimer, dimenticando e facendo dimenticare il nome del Nostro.
Gaetano Perusini nasce a Udine il 24 febbraio 1879 dal dr. Andrea e da Paolina Cumano nel palazzo Perusini in via Aquileia nº 1 di Udine. Il dr. Andrea (Venezia, 27 agosto 1828 – Venezia, 14 dicembre 1886) fu primario medico e direttore dell’ospedale civile di Udine dal marzo 1866 all’aprile 1886; “spirito caldo ed elevato, di volontà energica, di rara attività” così lo descrive Luigi Carlo Schiavi, Presidente dell’Accademia di Udine, nella commemorazione per la morte. Di sentimenti patriottici, fu tenuto a battesimo dal Conte Pietro di Maniago, l’autore del poemetto Il Friuli. Condivise gli ideali dell’indipendenza partecipando ai moti del ’48 (secondo una lettera dattiloscritta di Gaetano Perusini jr: “difesa di Venezia e di Monte Berico”); nel ’66, in collaborazione con il comando dell’esercito italiano, partecipò alla organizzazione di ospedali per feriti, di modo che all’arrivo della truppe furono in breve allestiti sei ospedali; ispiratore degli ospedali manicomiali succursali, ne istituì e diresse vari in provincia di Udine, procurandosi pubbliche attestazioni di stima, fra le altre, la medaglia d’oro della Giuria della Esposizione provinciale del 1883; soppresse la ruota degli esposti; istituì nel ’70 un “centro di vaccinazione” aggiornando le metodiche allora in uso. Fu il dr. Andrea ad acquistare dagli eredi de Rubeis la grande casa secentesca, oggi sede di un Istituto bancario, subito fuori la demolita porta Aquileia interna, per farne la residenza udinese di famiglia. Morì, oppresso da grave malattia a Venezia.
Paolina Cumano, la madre, era figlia di Costantino, primario chirurgo di Trieste.Complessa, ricchissima personalità, poliedrico conoscitore di molte materie, collezionista, numismatico, scrittore di storie locali, in particolare ricordiamo «Vecchi ricordi cormonesi», amministratore, politico. Acquistò Villa Delmestri in centro a Cormons che arredò splendidamente, curò le sue terre dove si producevano pregiati vini: il picolit, il malaga portoghese e il refosco istriano.
Cormons diventò la sua residenza preferita insieme alla moglie Isabella Rusconi da Sondrio ed ai figli Paolina del ’40, Giustina del ’42 ed al figlio John, promettente rampollo ma di salute cagionevole, che morirà precocemente.
Dobbiamo ricordare Costantino Cumano in questa occasione soprattutto perché patriota: nel maggio 1859, durante la II guerra d’indipendenza, venne arrestato dagli Austriaci per attività sovversiva essendo sospettato di essere a capo del partito d’azione di Mazzini nel Goriziano e condotto nel carcere di Graz. La rapida fine della guerra, l’armistizio di Villafranca con la conseguente amnistia, salvarono il Cumano che, dopo 4 mesi, fu liberato.
La morte del figlio John nel 1865 lo addolora profondamente tanto che si ritira dalla vita pubblica, va in Portogallo a Faro, presso un fratello, dedicandosi alla cura dei bisognosi, guadagnandosi quella popolarità che gli valse l’onore dell’erezione da parte della comunità di Faro di un monumento, dopo la morte avvenuta a Cormons nel 1873.
Le famiglie Cumano e Perusini erano entrambe agiate, illuminate e tradizionalmente patriottiche.
La biografia di Perusini è stata ricostruita solo recentemente e con difficoltà perchè gli archivi di famiglia sono stati dispersi o distrutti, non solo dalla ritirata di Caporetto e dai bombardamenti del conflitto mondiale, ma anche da razzie successive.
Gaetano resta orfano di padre a sette anni. Fu sulla madre, quindi, che gravò il peso della educazione dei suoi tre figli: un ingegnere, un agronomo ed il nostro, medico.
Gaetano si diploma a Udine nel 1895; si iscrive alla facoltà di medicina di Pisa e dopo quattro anni va a completare gli studi a Roma. Frequenta la clinica psichiatrica diretta da Augusto Giannelli e il “gabinetto fisiopatologico” che assumerà fama con Giovanni Mingazzini. Stringe amicizia con Ugo Cerletti di un anno e mezzo più vecchio di lui: sarà una amicizia forte, duratura e importante anche scientificamente. Perusini si laurea giovanissimo, il 18 luglio 1901, con una tesi in psichiatria: “L’apparecchio passivo di masticazione nei delinquenti”, il cui testo originale abbiamo fortunosamente ritrovato nel maggio 2006 in quel che resta dell’Archivio generale studenti della “Sapienza”. Attratto dalle correlazioni fra disturbo psichico e alterazioni del sistema nervoso centrale, frequenta Mingazzini ed approfondisce l’istologia nervosa applicando i metodi del Nissl, senza dimenticare Camillo Golgi che sarà premio Nobel nel 1906.
La disponibilità economica della famiglia gli consente di frequentare i più prestigiosi istituti stranieri. Nello stesso periodo fra il ’03 e il ’05 si occupa del cretinismo endemico sotto il profilo clinico e quello sociale insieme all’amico Cerletti. Durante i mesi estivi, quando gli Istituti sono chiusi, perlustra, talora avventurosamente, valli alpine, specie la Valtellina, per la sistematica ricerca di famiglie affette da cretinismo. I risultati clinici sono descritti in tre ponderosi lavori riccamente documentati e pubblicati tra il ’04 e il ’06.
Non solo per la demenza è significativa l’opera del Perusini!
Dal 1896 iniziano anni caratterizzati da strepitosi progressi della scienza e della tecnica (la luce elettrica, la radio, la conoscenza di malattie e quindi la loro prevenzione con la vaccinazione e il processo di pastorizzazione) e da una lenta ripresa economica favorita dai sempre più intensi scambi commerciali facilitati dalla navigazione a vapore e dell’apertura del canale di Suez e dalla industrializzazione. È un periodo, quello dal 1896 al 1914, di crescita culturale e di lenta ripresa economica dopo gli sconvolgimenti e i conflitti seguiti al 1848 e alla guerra franco-prussiana. In Francia prende il significativo nome di Bella Èpoque, che voleva esprimere anche l’auspicio che dopo le guerre dell’Ottocento, il Novecento avrebbe voluto essere un secolo di pace!
Nell’ottava edizione datata 1910 del suo fondamentale trattato di Psichiatria, Emil Kraepelin inserisce e divulga il concetto di “demenza pre-senile”: una malattia che chiamò “malattia di Alzheimer”, eponimo durato con questo significato, fino alla nuova nosografia di Katzman del 1978, differenziandola dalla “demenza senile”.
Il Kraepelin descrivendo la nuova malattia parla di casi al plurale, da cui si desume che debba per forza aver conosciuto la ricerca di Gaetano Perusini anche se non lo cita; il Kraepelin all’epoca soffriva della concorrenza scientifica di Freud, suo contemporaneo, che in quel momento era la stella nascente della Psichiatria, e così può essere stato indotto a riconoscere il contributo dell’Alzheimer da lui chiamato a Monaco, trascurando quello del giovane, e straniero, Perusini
Nel 1906 torna a Monaco per frequentare il laboratorio di Alzheimer nel grande e attrezzatissimo Istituto in Nußbaumstraße diretto da Kraepelin. Il 3 novembre pomeriggio dello stesso anno l’Alzheimer presenta a Tubinga il noto caso di Auguste D. affetta da “una grave caratteristica malattia progressiva della corteccia cerebrale”: la comunicazione non ha discussione e negli atti viene presentato solo il titolo e non il testo. Il caso viene pubblicato con titolo modificato (“una caratteristica malattia della corteccia cerebrale”) nell’anno successivo, 1907, con una descrizione a carattere prevalentemente istologico, di due paginette. A questo punto l’Alzheimer affida il caso al Perusini per un più approfondito studio, come il Perusini racconterà, riconoscente, all’inizio di un suo importante lavoro datato 1911.
Ottiene la libera docenza in Clinica delle malattie nervose e mentali nel 1910.
Oltre al già citato lavoro dell’11 nel quale il Perusini descrive le sue personali osservazioni sulle placche senili e sulle degenerazioni neurofibrillari, è essenziale “Ueber klinisch und histologisch eigenartige psychische Erkrankungen des spaeteren Lebensalters” (sugli aspetti clinici ed istologici di una particolare malattia psichica
dell’età avanzata), datato dicembre 1908, pubblicato nel 1909 ed inserito in un volume finito di stampare nel 1910.
È un documentato lavoro in cui il Perusini ha raccolto quattro casi descrivendone meticolosamente gli aspetti clinici ed istologici. Il primo dei quattro casi è l’approfondimento di Auguste Deter succintamente comunicato da Alzheimer.
Successive illazioni sulla non corretta diagnosi fatta da Perusini sul caso di Auguste Deter, illazioni che sostenevano trattarsi in realtà di una altra malattia (Leucodistrofia metacromatica dell’adulto), sono state smentite dalle recentissime indagini genetiche eseguite sui reperti istologici conservati.
Il lavoro di Perusini è completo, moderno, molto approfondito, ancora interessante da leggere; scritto e pubblicato prima della nuova edizione (l’8°, del 1910) del trattato del Kraepelin di cui abbiamo detto.
Torna definitivamente a Roma nel 1911 con una notorietà europea, senza avere però una adeguata sistemazione professionale ed accademica: dopo varie peripezie il 1º maggio 1913 ottiene finalmente un posto di assistente di ruolo presso l’Ospedale psichiatrico di Mombello-Milano.
Lavora alacremente, ma allo scoppio della guerra, Perusini, di famiglia patriottica, si arruola volontario, in incognito, senza dichiarare i propri titoli. Solo più tardi l’esercito viene a sapere che è un medico libero docente; Perusini insiste per rimanere in prima linea e viene comandato al posto di medicazione di San Floriano del Collio sulle pendici del Monte Sabotino dove il 28 novembre viene colpito dalle schegge di una bomba a mano nemica mentre soccorre i feriti e l’8 dicembre 1915 muore nell’Ospedale della Croce Rossa allestito a Cormons, destino vuole, in un fabbricato di proprietà della famiglia. È sepolto nel locale cimitero. Viene decorato di medaglia d’argento al valore militare.
Oltre che in Italia ed in Europa, il Perusini fu ricordato anche da un necrologio nella Rivista americana delle malattie nervose e mentali: “Nessun esempio più eclatante dell’irreparabile tragedia della guerra in Europa è la precoce morte di Gaetano Perusini, cordiale collaboratore di figure di primo piano delle università di lingua tedesca. […] La neurologia e la psichiatria hanno perso uno scienziato brillante e corretto dal promettente futuro”.
Gaetano Perusini, intelligente e colto, severo nelle critiche come era severo con se stesso, esuberante di vita , aperto alle amicizie (una sua relazione sentimentale non si è conclusa col matrimonio per la prematura morte), sempre impeccabile nel vestire, dalle maniere distinte e dalle abitudini raffinate, ma volonteroso e con una impressionante capacità di lavoro (ha scritto una quarantina di lavori originali dal ’02 al ’13), certamente ha dato alla società più di quanto ha ricevuto.
Irredentista, antiaustriaco e probabilmente per questo anticlericale, ma “religioso” nel senso di avere una forte fede per perseguire un ideale di vita senza compromessi e di tenere sempre “nettamente separato il bene dal male”, come lo ha descritto il Cerletti.
Un grande scienziato, un grande uomo. Continuiamo a ricordarlo nel nome della malattia che ha contribuito a definire: la malattia di Alzheimer-Perusini.
Bruno Lucci