Descrizione
Spesso sentiamo estinguersi il bisogno di raccontare i luoghi dove viviamo, perché le città e le strade sembrano assomigliarsi tutte, perché non abbiamo un legame affettivo con le stanze prese in affitto, con i supermercati affollati, con gli incroci trafficati. Allora smettiamo di conoscere e di fare nostro il mondo, smettiamo di raccontarlo e lo subiamo. Anche per il turismo succede una cosa simile: le varie località turistiche cercano sempre più di soddisfare desideri standardizzati, che vengono concordati con i grandi tour operator. La qualità degli laberghi, l’arredo degli appartamenti, la continuità degli eventi spettacolari, i buoni prezzi sono elementi della scelta del turista. Che è dispostissimo, e fa benissimo, a cambiare luogo di vacanza, se altrove, anche nel Pacifico o sulle costre brasiliane, si hanno pacchetti migliori. Se è giusto fornire al turista una alta qualità della vacanza, è anche giusto fornire però la possibilità di una conoscenza diversa del luogo, quella che appunto passa per la letteratura: una conoscenza specifica e non intercambiabile. Proprio perché, come si diceva, il racconto crea una cosa, e questa cosa è il legame d’affetto fra la persona e il luogo. Tutti i racconti, tutte le parole che si dicono al ritorno dalle vacanze, sono probabilmente un tam tam più efficace di quello strettamente pubblicitario. Nel racconto si dice di essere stati “in quella città, fra quelle strade”, e non in un’altra città, fra altre strade. (Alberto Garlini)
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