Tergeste, Triestenicco o Tergestum? Le tre antiche denominazioni della città giuliana

Quando si parla della storia antica di Trieste, viene evidenziata soprattutto la presenza romana nel territorio, dimenticando spesso che il luogo in cui sorge la città, per la sua posizione strategica nel golfo che a Nord racchiude il mare Adriatico, è stato un sito abitativo la cui origine è molto lontana nel tempo.
Domenico Rossetti, ricordando la leggenda di Diomede e degli Argonauti alle foci del Timavo, raccontata dal geografo greco Strabone, e le vicissitudini di Antenore contenute nell’Eneide di Virgilio, indicava al giovane Pasquale Revoltella, arrivato nel 1797 nella nostra città assieme alla madre proveniente da Venezia dopo la caduta della Repubblica, che gli insediamenti nel Golfo di Trieste avevano origini greche. Il successivo insediamento dei Romani nel “Lacus Timavi” fu documentato dagli scritti di Tito Livio e di Plinio nei primissimi anni del I secolo.
D’altro canto, a parte le leggende – di cui peraltro non si escludono rilevanze storiche –, la presenza greca nell’Alto Adriatico, che questo popolo chiamava Ionio come il loro mare, sono documentate dalle numerosissime frequentazioni dei centri di Adria e Spina, importanti cittadine commerciali alla foce del fiume Po, già nel V secolo a.C.; e non è escluso che costoro avessero avuto contatti, creandovi forse anche un avamposto, con i territori situati alle foci del Timavo.
I greci erano interessati ai famosi cavalli allevati localmente e soprattutto all’ambra che proveniva dal Baltico, le cui rilucenti gocce di resina venivano mitologicamente paragonate alle lacrime delle Eliadi, figlie di Elio, versate in occasione della morte di Fetonte, lo spericolato fratello caduto mentre conduceva il carro del Sole proprio lungo le rive dell’Eridano (il Po).
Il nome Tergeste fu accreditato alla città anche in epoca romana ma è stato probabilmente travisato il significato dell’originario appellativo dell’antico villaggio, sorto in epoca preromana sulla collina sottostante il costone carsico che dominava il mare, pochi chilometri più a sud-est del fiume dal corso ipogeo. Il villaggio fu fondato dal popolo celtico dei Carni i quali, ad iniziare dal IV secolo a.C., cominciarono a colonizzare il territorio che da loro prese il nome e l’intero Friuli, spingendosi infine dalle montagne alla costa e arrivando ai confini con l’Istria. Crearono così un insediamento con funzioni commerciali denominato Tergeste. Si tratta di un nome composto: “Terg” in illirico-carnico significa infatti mercato mentre il suffisso “este” (città) è tipico dei toponimi venetici (nella lingua slovena si riscontrano termini che utilizzano ancora l’antica radice celtica, come per esempio “Trgovina” che significa negozio). La parola si dovrebbe quindi pronunciare Tergheste con una differenza fra il nome di questo villaggio e quello del successivo centro conquistato e ampliato dai Romani.
Una ricerca storica di rilievo come quella del giornalista e diplomatico triestino Sergio Gradenigo (nacque nel 1886 con il cognome Bienenfeld ma cambiò identità assumendo per il resto della sua vita il nome che aveva utilizzato come irredentista combattendo contro l’Austria nelle file del Regio Esercito Italiano), contenuta in una pubblicazione del dopoguerra1, conferma che prima della fondazione di Trieste si rilevò la presenza greca alle foci del Timavo e nel Quarnero e successivamente quella dei Carni che sostituirono il nome del corso d’acqua, da Istro all’attuale, in onore del loro dio fluviale. Questa ricerca offre un’altra ipotesi circa il nome del centro commerciale fondato dai Carni e cioè “Triestenicco”, dove, secondo Gradenigo, “tri” è un prefisso atriano (gli Atriani rappresentarono migliaia di anni a.C. il ceppo primordiale europeo: da questo popolo avrebbe preso il nome il mare Adriatico), “este” è il solito suffisso veneto e “icco” è la terminazione celtica. Il centro abitato, in base a quanto riportato intorno al 100 a.C. dal geografo greco Termidoro sarebbe stato ubicato anticamente nella zona pedecarsica prima di spostarsi alle pendici del colle di San Giusto, entro una rocca protetta dalle mura.
Il geografo Strabone, vissuto nel periodo augusteo, in cui tutto il territorio dopo la conquista cesariana e la formazione della “X Regio Venetia et Histria” ebbe un notevole sviluppo economico e strategico, propose2 infine un’origine latina del nome della città, “Tergestum”. Questa diversa attribuzione nominativa non deriverebbe dalla precedente di origine celtica ma sarebbe conseguente a un fatto militare in quanto riferita alle tre battaglie che i legionari romani dovettero affrontare per vincere le resistenze delle popolazioni indigene e conquistare il territorio, ovvero “Ter-gestum-bellum”.
Nella divulgazione storica corrente, si riscontra tuttavia preferibilmente l’utilizzo della definizione Tergeste unita all’aggettivo “romana”, mentre rimane praticamente assente quella latina, Tergestum, che invece avrebbe anche assonanza con i nomi assegnati nell’antichità ad altre città italiane (Mediolanum, Abellinum, Bellunum, Bergomum, Brun­disium ecc.) e ignorata quella celtica. In questo modo non viene messo in sufficiente evidenza il periodo protostorico del territorio che vide insediamenti di individui di probabile stirpe indoeuropea venuti successivamente in contatto con i Venetici, popolazione quest’ultima originaria della zona geografica circostante il Mar Nero (gli Eneti raccontati da Omero, partecipi alla guerra di Troia e successivamente migrati verso le coste italiche dell’Alto Adriatico), dai quali i primi assunsero importanti caratteristiche socio-culturali: i numerosi villaggi arroccati sulle alture, protetti da fortificazioni in pietra, denominati “Castellieri” dall’illustre concittadino Carlo de Marchesetti che ne fece i primi rilievi, ne sono solo un esempio.
Tergeste, ovvero Triestenicco, fu quindi protagonista nel lontano periodo storico in cui la fondazione della città avvenne per opera delle stesse antiche popolazioni che colonizzarono il Friuli, prima ancora dei Romani. Con buona pace dei cittadini alabardati, molti dei quali vorrebbero distinguersi dai cugini delle colline pedemontane e delle pianure del Tagliamento, si può ben dire che nelle vene dei triestini scorrono ancora gocce dello stesso sangue che tiene in vita i friulani.

BERNARDINO de HASSEK

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